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Libera impresa, nasce la piantina dell’antiracket.

A Belpasso è nata un’associazione antiracket e antiusura. Libera impresa. Oggi al Parco Urbano di Belpasso, 22 luglio ore 18,45, incontrerà la cittadinanza, le istituzioni e gli imprenditori per promuovere l’attività del sodalizio. Presenti alcuni magistrati: i giudici Acagnino, Natale e Bonifacio. Verranno i comandi provinciali di carabinieri e finanza più quelli di Paternò ed il sindaco Caputo

Abbiamo intervistato Rosario Cunsolo, il Presidente dell’associazione “Libera impresa” che oggi pomeriggio presenterà il sodalizio ai belpassesi. All’inizio della presentazione si ascolterà il contenuto alcune lettere inviate dalle vittime di estorsioni e usura.

 Cosa è libera impresa?
È un’associazione che si occupa di sostenere gli imprenditori che vengono vessati da usura ed estorsione.A marzo di quest’anno abbiamo fatto arrestare una persona cui abbiamo fatto sequestrare 2mln di euro. Il sindaco di Belpasso ci sta facendo aprire un ufficio. Saremo in collaborazione con il dott.Cannizzo funzionario della Camera di commercio di Catania, e presidente del confederazione b&b della provincia etnea.
Di quali servizi vi occuperete?
Innanzitutto far conoscere la legge 108.
Cosa prevede?
Prevede la prevenzione sull’usura nei confronti dell’imprenditore in difficoltà. Quando l’operatore economico versa in crisi, anziché rivolgersi agli strozzini, può chiedere un prestito per salvare l’impresa, pagando i fornitori fino ad un debito che è possibile coprire entro il 90% del totale. Richiesta che viene vagliata in base all’accordo quadro tra l’Abi, l’associazione delle banche, e il Ministero dell’Interno.
Da dove arrivano i soldi?
I soldi pervengono dalle banche, in base a questo accordo. Ed è lo stesso accordo che le banche locali hanno convenzionato con la prefettura di Catania.
A Belpasso che statistiche avete sui casi di estorsione?
Ancora non abbiamo dati specifici. Ma sull’usura possiamo dire che è una piaga che si è sparsa a macchia d’olio. Per questo stiamo aprendo questo sportello.
Quanti operatori economici locali hanno denunciato?
Sono pochi, soprattutto per quanto riguarda l’estorsione. L’associazione interviene nell’indirizzare l’operatore economico verso le forze dell’ordine. Sull’usura, c’è la componente “vergogna” che ancora non spinge le vittime a denunciare. Qui, l’imprenditore denuncia quando purtroppo è ormai alla fine, e non può più pagare.
Libera impresa come è organizzata?
Abbiamo tecnici che si occupano di varie mansioni. Anche persone che in passato sono state soggette ad estorsione e usura. Abbiamo creato una squadra molto sinergica con commerciali e i delegati delle organizzazioni imprenditoriali.
popolo che paga il pizzoSu che cosa punterete oggi durante il dibattito al Parco Urbano?
 Innanzitutto che il 19 marzo a Belpasso abbiamo costituito questa associazione. Ricorderemo anche il magistrato Paolo Borsellino.  E che noi stiamo assistendo, con il magistrato Pasquale Pacifico, alcuni casi di imprenditori vessati. In sua vece ci sarà la dott.ssa Alessia Natale, con la quale in passato abbiamo operato contribuendo con degli arresti.
Di cos’altro vi occuperete?
Anche di attività di sensibilizzazione verso le scuole.
Sul deficit del personale delle forze dell’ordine, tra polizia municipale e carabinieri, state tentando di esortare le istituzioni ad implementare la presenza dello Stato?
Il nuovo comandante della stazione, il maresciallo Rosario De Fazio si sta comportando benissimo, anche se purtroppo con pochissimi uomini a disposizione. Ma saremo un occhio vigile. A Belpasso ci sono delle carenze ma ci hanno promesso che invieranno gli uomini migliori, così come nel caso De Fazio.
Che tipo di intervento seguirete?
Per far parte delle “imprese della legalità” occorre sottoscriver un codice etico; non avere procedimenti penali in corso o carichi pendenti sia dal titolare dell’impresa che da eventuali soci; essere estranei con organizzazioni mafiose; essere in regola con le  norme di sicurezza sul lavoro e con la P.A.; avere i dipendenti in regola; adottare tutte le norme igieniche sanitarie; denunciare eventuali vessazioni o intimidazioni estorsive.
In occasione della visita dell’ex Prefetto di Catania, Gianni Finazzo, il consiglio comunale, quattro anni fa, approvò una delibera per l’esenzione dai tributi locali per dieci anni per gli imprenditori che denunciano l’estorsione o l’usura. Purtroppo, a memoria nostra, non esiste una somma versata in un fondo dedicato a questa esigenza. Lei cosa ne sa?

Noi la riporteremo di nuovo avanti. Caputo è sensibile sul tema. A Catania il fondo c’è ed è di cento mila euro. Noi non facciamo passerella, interverremo in questo senso.