Protocollo siglato tra Libera Impresa e Confcommercio.
CATANIA -È inutile mettere i prosciutti sugli occhi. La pandemia semina e sta seminando la morte di tantissime realtà imprenditoriali. Commercianti e professionisti letteralmente in ginocchio che diventano calamita per strozzini e criminali. E purtroppo nella disperazione molte volte si cade nella trappola dell’amico buono. Che a prima vista sembra la luce in fondo al tunnel, ma invece è solo l’inizio del buio. Per non cadere nel baratro è necessario far sapere che le Istituzioni esistono. Questi imprenditori non si devono sentire soli e abbandonati. Molto lavoro lo stanno svolgendo le associazioni antiracket. Il loro ruolo, molte volte, è quello di accompagnare le vittime dalla denuncia al processo. Ma non dimentichiamo l’aspetto economico: molti imprenditori decidono di denunciare quando la loro attività è a un passo dal fallimento. E non riescono davvero a sbarcare il lunario e a portare un pasto caldo in tavolo.
L’associazione Libera Impresa e Confcommercio – nei giorni scorsi – hanno deciso di sottoscrivere un protocollo volto alla promozione e sensibilizzazione delle legalità, con particolare attenzione al contrasto del fenomeno del racket e dell’usura. Fornendo in caso di necessità assistenza, anche economica e di accesso al credito.
Nel protocollo firmato dal presidente di Libera Impresa Rosario Cunsolo e dal presidente di Confcommercio Pietro Agen si parte da una premessa: “La coscienza che i maggiori reati contro il patrimonio quali le estorsioni, l’usura, la concussione e i fenomeni mafiosi, hanno assunto uno sviluppo tale in tutto il paese, da porre in pericolo l’ordinanza convivenza civile, il funzionamento con sistema economico, lo sviluppo delle attività economiche e professionali, la sicurezza e la libertà dei cittadini”.
L’accordo vuole mandare un messaggio: la denuncia “è un obbligo civile e morale”. “Il nostro obiettivo è di mettere in campo – si legge nel protocollo – tutte le competenze necessarie per sostenere con professionalità e servizio civile tutte le imprese e le famiglie vittime del fenomeno estorsivo, usuraio, mafioso, corruttivo e dei reati collegati”.
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