Davide Garofalo è accusato di avere ucciso, tra il 2014 e il 2016, tre persone. Condanna più pesante di quella chiesta dal pm.
CATANIA, 20/Maggio 2021 – Alla fine la condanna è stata più alta di quella chiesta dall’accusa. È stato condannato all’ergastolo il barelliere Davide Garofalo, accusato di aver ucciso – tra il 2014 e il 2016 – almeno tre persone, tutte malate terminali, attraverso “iniezioni d’aria”nelle vene effettuate durante il trasporto in ambulanza dall’ospedale di Biancavilla a casa. Il presidente Sebastiano Mignemi ha letto il dispositivo, questo pomeriggio, davanti alle telecamere de Le Iene.
La pena dell’ergastolo è scattata perché la Corte d’Assise di Catania ha riconosciuto l’aggravante “dell’avere agito con un mezzo insidioso”, oltre a quella di aver “commesso il reato per agevolare attività illecite”. L’inchiesta – denominata Ambulanze della morte – ha fatto emergere infatti che la morte indotta (camuffata invece in complicazioni avvenute durante il viaggio) avrebbe permesso di far ottenere al barelliere un ulteriore introito dalla vestizione del deceduto e poi dell’eventuale organizzazione del funerale.
Tutto per dirottare 200 o 300 euro ai clan Santangelo di Biancavilla e ai Toscano-Mazzaglia-Tomasello di Biancavilla. Sarebbero state infatti le cosche a garantire il “lavoro” a Garofalo e all’altro barelliere Agatino Scalisi che però sta affrontando il processo abbreviato che – paradossalmente – è ancora in corso. Ma essendo l’imputato a piede libero, i blocchi dovuti alla pandemia Covid hanno fatto slittare l’udienza preliminare in quanto il decreto prevedeva la precedenza dei procedimenti con detenuti. Garofalo è stato condannato per la morte di due uomini e una donna, mentre Scalisi per una paziente. Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Paternò e del Comando provinciale di Catania. L’input è arrivato dalle testimonianze dei fratelli Luca e Giuseppe Arena, imprenditori nel settore delle pompe funebri, che hanno raccontato questa “fabbrica dell’orrore” al pm Andrea Bonomo. I due testimoni di giustizia sono anche le voci ascoltate nei servizi de Le Iene.
Il pm Andrea Bonomo, al termine della requisitoria in cui ha esaminato i passi salienti emersi nel lungo dibattimento, ha chiesto una pena a 30 anni. La Corte d’Assise ha escluso l’aggravante della crudeltà. Inoltre ha condannato l’imputato a risarcire il danno ai familiari delle vittime, ai due testimoni di giustizia Luca Arena (difeso dall’avvocato Riccardo Frisenna), Giuseppe Arena (assistito dall’avvocato Pilar Castiglia), le associazioni Libera Impresa, Consitalia, Codacons, Articolo 32-97, Diritti del Malato, Obiettivo Legalità, Comune di Biancavilla e Asp Catania (assistito dall’avvocato Carmelo Calì).
Articolo riportato da LIVESICILIA CATANIA da Redazione
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