Paternò 11 Maggio 2024

L’incontro dibattito sulla normativa a sostegno delle vittime di mafia, è stato esaminato oggi con professionisti qualificati e di primo piano, tanto che l’Ordine degli Avvocati di Catania, lo ha accreditato rilasciando agli intervenuti due crediti formativi.

Presenti i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, si è parlato approfonditamente della legge 512/99 e della 302/90 con l’Avvocato Felice Centineo Cavarretta Mazzoleni legale della Famiglia Caponnetto il quale ha evidenziato le normative a sostegno delle vittime di mafia che se nel complessivo sono accettabili, pur tuttavia, alcune lacune dovrebbero essere revisionate e modificate come  sulle “presunte familiarità attribuite alle vittime”.

A questo proposito, la Profe.ssa Daniela Mainenti, docente di diritto processuale penale comparato presso l’università internazionale “UNINETTUNO” di Roma, ha sottolineato in modo più tecnico il problema sollevato, enunciando una sentenza della Corte di cassazione che con ordinanza n.16844 del 25 maggio 2022, decreta : ” Il sospetto o il dubbio di non totale estraneità della vittima in relazione alla normativa vigente ratione temporis agli ambienti delinquenziali e, nella specie, criminali mafiosi, ai fini della concessione del beneficio per cui è causa non essendo neppure in discussione la matrice mafiosa dell’episodio criminosi, seppure in difetto di individuazioni dei responsabili, devono essere comunque ragionevoli e “vestiti” o “qualificati”, in quanto, altrimenti, il familiare, in sede di richiesta del beneficio ed ai fini della dimostrazione della sussistenza del diritto alla relativa erogazione, non avrebbe alcuna possibilità, di fronte alle allegazioni dell’amministrazione, di dimostrare che il congiunto era vittima innocente”. Questo è il principio sul quale poggia la vicenda presa in esame dalla Corte di Cassazione, nella quale gli eredi di una vittima della criminalità organizzata chiedevano giustizia per il loro congiunto e il riconoscimento dei benefici previsti dalla legge.

L’intervento dell’avvocato Francesco Messina, penalista e legale nelle costituzioni di parte civile della famiglia Caponnetto nel processo del reato di estorsione ha evidenziato come la famiglia è stata sottoposta alle vessazioni praticate da Aldo Carmelo Navarria, boss e braccio destro del clan “UMalpassotu”, che per una sorta di premio e per buona condotta uscì dal carcere, trucidando e uccidendo Renato Caponnetto, colpevole di essersi opposto alle continue pretese estorsive.

L’avvocato Francesco Antille, presidente della Camera Penale “Serafino Famà” del Tribunale di Catania, si è soffermato sulla diffusione della legalità, auspicando seminari come questo odierno per cercare di diffondere la giusta applicazione della legge.

Il Vice Prefetto Dott.ssa Rosaria Maria Giuffrè, ha evidenziato i dati del Ministero degli Interni sul numero delle denunce, dichiarando: “Il calo del numero di denunce per usura ed estorsione e la grande paura degli imprenditori, devono rappresentare il punto di domanda di come intervenire sinergicamente- ha sottolineato il viceprefetto di Catania, nel corso del suo intervento. La prevenzione del fenomeno si può contrastare facendo rete con la solidarietà e il sostegno alle vittime-ha detto- devono diventare una priorità assoluta nel territorio, creando una rete capillare di solidarietà che faccia venir meno la tipica condizione di solitudine ed isolamento, di chi denuncia. Una rete che può davvero fornire consigli, suggerimenti ed aiuti concreti  a chi si venga a trovare in una grave situazione di crisi economica ed esistenziale e di pericolo”.

Ad intervenire al dibattito aperto, il direttore di banca Crédit Agricole Italia, Dott. Placido Giuffrida , che ha parlato dell’importanza dei piani contro il fenomeno dell’usura che in Sicilia, ogni anno, riduce sul lastrico decine di commercianti e famiglie, il banchiere ha ricordato che gli istituti di credito, aderiscono ad accordi quadro per la prevenzione e il contrasto del fenomeno dell’usura.

Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catania Dott. Antonino Di Stefano, si è complimentato con i relatori per la semplicità esplicativa degli argomenti trattati, sottolineando la completa disponibilità a promuovere altri incontri a tema.

L’associazione Libera Impresa, a sostegno delle vittime del racket dell’estorsione, dell’usura e di mafia, ringrazia i relatori, la struttura che ci ha ospitati il Resort dell’Etna e la Famiglia Caponnetto, un plauso va alla voce narrante del dott. Vincenzo Motta che evocava il racconto del pentito di come avevano ucciso Fortunato Caponnetto.

 

Rosario Cunsolo