formazione-nuova-11Le Imprese della provincia di Catania nell’ ultimo semestre del 2013, avevano avuto un trend negativo sulla natalità-mortalità delle attività, in calo di circa 10.000 unità. Nel primo semestre del 2014, si è registrato un saldo positivo rispetto al semestre dell’anno precedente dello 0,5% , ma comunque registrando chiusure per circa 2.800 imprese. Da ciò si evince che gli ostacoli all’ingresso di nuovi imprenditori è palese, la stretta creditizia e la burocrazia, impediscono di fatto lo sviluppo economico delle nostre aziende. La lunga crisi economica continua a pesare in maniera indiscriminata su tutti i settori dell’economia territoriale, frenando il numero delle nuove iscrizioni (Camera di Commercio) anche per il primo semestre 2014. In particolare, il settore dei Trasporti e spedizioni fa registrare la maggiore flessione delle iscrizioni con un -17,4%, dato in linea con la tendenza nazionale, altro settore in declino quello dell’Agricoltura, che – come negli ultimi anni – vede ridursi il numero di imprese del 15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, fra le cause l’abbandono di aziende agricole, vecchi titolari o per il loro cambio di destinazione. Sulla medesima scia negativa, il settore delle Costruzioni con un -9,2% rispetto allo stesso periodo del 2013, frutto di un evidente mancato rilancio economico e di un conseguente minore sviluppo. In netta controtendenza rispetto all’andamento del 2013 il comparto Turistico ricettivo e dei servizi, che nonostante nel territorio Siciliano è un settore in espansione e che sicuramente potrà garantire sviluppo a una terra ricca di arte, cultura e tradizioni, fa registrare un vertiginoso aumento delle cessazioni per il primo trimestre 2014 con un +16,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma producendo nello stesso tempo, seppur di poco, un saldo positivo +82 unità. A seguire con saldo positivo troviamo il settore dei Servizi alle imprese con un +116 unità per il primo trimestre 2014. (I dati sopracitati provengono da Infocamere). Come si può vedere, i dati rilevati non sono confortanti, rispecchiano l’andamento di tutto il territorio Siciliano e Nazionale. Queste  condizioni  favoriscono di fatto le famiglie mafiose ( in questo caso del territorio Etneo), che con la loro forte liquidità, riescono a impossessarsi delle imprese sane riciclando denaro di provenienza illecita. Libera Impresa ha potuto verificare che le organizzazioni criminali, non a caso, stanno prendendo di mira le aziende trainanti, come le strutture alberghiere, ristoranti, tour operator, gioiellerie e servizi, dove paradossalmente i clan mafiosi hanno all’interno delle loro organizzazioni persone competenti che di volta in volta, valutano le peculiarità del territorio, si organizzano per il riciclaggio del denaro sporco e il loro obiettivo è di intrecciare i loro interessi con quelli degli estorti, rendendoli complici, così da abbassare i rischi di denuncia, questo è il metodo con cui si muovono i clan per questi reati. Nell’ultimo semestre del 2014, si è visto un leggero incremento delle denunce, di imprenditori che stanno acquisendo maggiore fiducia verso le Istituzioni e verso le Associazioni Antiracket. Dal Nostro osservatorio, registriamo una maggiore professionalità delle forze dell’ordine in particolare della G.d.F. Provinciale, che si è distinta alla lotta contro il racket dell’usura e della estorsione; a loro sono state affidate  parecchie indagini che hanno portato a innumerevoli arresti e sequestri di beni colpendo le organizzazioni mafiose del comprensorio Etneo. Le altre Forze di polizia stanno dando un notevole contributo alle indagini sul territorio prediligendo la persecuzione di altri reati legati alle attività di repressione e del dominio dei clan.

R. Cunsolo