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Nell’ora di legalità istituita dall’associazione anti-racket Libera Impresa, il 20 febbraio 2015, il Liceo linguistico e delle Scienze umane “Francesco De Sanctis” di Paternò, ha avuto l’onore di ospitare il Sostituto Procuratore Pasquale Pacifico, il Presidente della Commissione Regionale antimafia Nello Musumeci insieme con i rappresentanti dei Carabinieri, della Polizia e della Guardia di finanza. Accolti con grande ammirazione da parte di studenti e docenti, gli ospiti hanno trattato le tematiche legate al “rispetto della Costituzione” e ai “reati contro il patrimonio”. La Costituzione italiana sancisce i diritti e i doveri di tutti i cittadini e regolamenta l’ordinamento dello Stato. E’ entrata in vigore il primo gennaio del 1948, destinata ad essere un documento normativo che duri nel tempo; ciò è determinato dal suo carattere rigido, vale a dire che per modificarne un articolo occorre un procedimento aggravato, detto anche di “revisione Costituzionale”. La Costituzione è il frutto di un momento di grande riflessione, necessità di un passato storico che ha coinvolto anche i cittadini nella seconda guerra mondiale. L’Italia, dopo essersi alleata con Hitler e aver partecipato agli orrori della guerra, sentì il bisogno di purificarsi dalla sua recente storia. Il 2 giugno del 1946 gli italiani furono chiamati a votare attraverso il referendum e decidere di scegliere tra la Repubblica e la Monarchia; i cittadini parteciparono attivamente alla vita politica del loro paese e per la prima volta nella storia italiana furono chiamati a votare non solo gli uomini ma anche le donne. La Costituzione è formata da 139 articoli, i primi 12 richiamano i valori e i princìpi fondamentali che determinano la nostra società, mentre i restanti articoli trattano dei diritti e dei doveri che spettano ai cittadini ed anche dell’ordinamento dello Stato. Per “rispetto della Costituzione” si intende il rispetto di tutte quelle leggi che disciplinano e coordinano la nostra società, che si occupano di garantire diritti ai cittadini, “in primis” la libertà di pensiero ed espressione. Un altro punto che è stato trattato con grande attenzione, durante la Conferenza, è stata la disciplina dei “reati contro il patrimonio” ovvero gli atti commessi, anche con la violenza, contro il patrimonio di cittadini o dello Stato. I reati che sono stati presi in considerazione sono stati principalmente due: “estorsione” ed “usura”. L’estorsione è un reato che si commette quando si costringe qualcuno con minacce o violenza, non solo verbale ma anche fisica, a fare qualcosa o a non farla al fine di ottenere un vantaggio. E’ un reato fortemente legato al racket, di cui si parlerà successivamente. L’usura, invece, consiste nel fornire prestiti illegali che dovrebbero essere restituiti con interessi molto alti, a tal punto che spesso il debitore si trovi di fronte a situazioni di estrema difficoltà. In alcuni casi, il creditore può anche giungere ad appropriarsi dell’attività del debitore. Rispetto a quanto detto precedentemente, il racket o pizzo è gestito da organizzazioni della “malavita” che controllano determinati settori dell’attività economica, estorcendo denaro o altri beni, soprattutto con la violenza, a chi possiede un’impresa o un’attività commerciale. Inizialmente l’estorsore presenta solo minacce con lo scopo di intimorire l’imprenditore a pagare il pizzo. Ciò porterà la vittima a perdere, non solo la propria attività, ma anche e soprattutto la propria libertà. Se le minacce verbali non bastano, l’estorsore può anche passare alla violenza fisica nei confronti della vittima o prendersela anche con i componenti della famiglia. Non c’è nessuna via di scampo per coloro che vengono brutalmente coinvolti a pagare il pizzo o per chi già lo paga. L’unica via percorribile che può portare alla salvezza è la denuncia di quanto accaduto, e quindi fare arrestare l’estorsore. Il pizzo è l’attività di mafia più antica, combatterlo vuol dire difendere i nostri diritti e non pagare il racket: è soprattutto una questione di dignità, la nostra dignità, al di fuori da ogni questione normativa.Dobbiamo cercare di difendere ciò che è nostro e non lasciare che venga rubato da qualcuno che non sa cosa significhi faticare per ottenere dei vantaggi all’interno della società. Ciò che oggi abbiamo a disposizione è frutto di morte, dolore e infelicità di molte persone che, in passato, hanno alacremente lottato, noi non possiamo permettere che qualcuno compia atti spregevoli nei confronti di quanto ci è dovuto. Portiamo avanti questa battaglia culturale e per farlo è bene iniziare a parlare della “legalità”, delle discipline precedentemente descritte, soprattutto all’interno delle scuole, dove ogni studente costruisce le basi per la propria vita e la propria coscienza civile. Quando la vittima di estorsione o usura non denuncia l’accaduto commette un grave errore; egli non avrà il tempo di rimediare, in quanto la situazione andrà sempre più ad aggravarsi. Il Magistrato Pasquale Pacifico e il politico Nello Musumeci si occupano anche di portare avanti questa lotta culturale anti-racket con lo scopo di stimolare un cambiamento positivo coinvolgendo i giovani, che saranno padroni della futura società; inoltre, si impegnano a combattere e si spera a sconfiggere le organizzazioni mafiose. Rosario Cunsolo, invece, Presidente dell’Associazione anti-racket Libera Impresa, si occupa di concretizzare quanto è stato detto sulla difesa dall’estorsione. All’incontro ha preso parte anche il rappresentante della Guardia di finanza che ha trattato brevemente il tema dell’ ”evasione fiscale”. Questa tematica può essere legata alla malavita, infatti l’evasore fiscale cerca di sottrarre risorse allo Stato. Di conseguenza oltre alla morale, alla cultura, alla dignità, all’onore, ai diritti di ognuno di noi, la mafia colpisce anche, o forse soprattutto, il piano economico del nostro Paese che non riesce in tal modo a migliorare. A tutto ciò si aggiunge un altro brutto colpo, ovvero l’esistenza della “mala politica”, così come definita dall’Onorevole Musumeci, ovvero il frutto delle scelte non sempre felici della società. E’ bene votare con consapevolezza e senso critico, no per simpatia o conoscenza; bisogna capire se realmente quella persona è capace di rispecchiare i bisogni dei cittadini e, quindi, sia in grado di fare davvero “politica”. Mala politica e malavita sono due fattori che caratterizzano ed hanno caratterizzato la nostra società. Dobbiamo risvegliarci, e soprattutto, abbiamo bisogno di un “nuovo esercito” per combattere la battaglia culturale che da anni faticosamente contrastiamo sul campo. Della formazione che ci offre la Scuola dobbiamo farne tesoro, è un dono e un’occasione, affinché ognuno di noi possa essere il nuovo soldato pronto a combattere per il nostro Paese, perché quello che ci appartiene non venga “intascato” dalla malavita o dalla mala politica. Possiamo ricordare il Magistrato italiano Paolo Borsellino, ucciso dalle organizzazioni mafiose di Cosa Nostra il 16 luglio del 1992. Un uomo che ha portato avanti, senza paura e timore, un movimento culturale contro la mafia. E’ stato il braccio portante e la forza del nostro Paese per combattere il potere della malavita. Un modello da seguire, un uomo pieno di spirito di lotta nei confronti di ciò che porta ad avvelenare la nostra società. A tal proposito vorrei ricordare una delle tante citazioni di Paolo Borsellino: “politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”.

La Delfa Maria

classe III sez. A

del Liceo Economico sociale “F.De Sanctis” di Paternò