Adrano 13/01/2023

Riconoscimento su operazione svolta nel territorio Etneo il 07/01/2022 dalla Squadra mobile di Catania e dal Commissariato di Adrano.

Consegna della targa presso il Commissariato di Adrano il 13/01/2023 alle ore 10,00

All’esito di una articolata attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania, il 7 gennaio 2022 la Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata – della Questura etnea e il commissariato di Adrano hanno arrestato in flagranza di reato il pregiudicato Francesco Lombardo, nato a Catania il 6.9.1978, in quanto ritenuto gravemente indiziato di estorsione pluriaggravata anche da metodo e finalità mafiose, ai sensi dell’art. 416 bis.1 c.p.

Subito dopo la Polizia di Stato ha dato esecuzione al decreto di fermo emesso a carico di:

Antonino Bua, nato ad Adrano (CT) il 4.10.1983;

Francesco Celeste, nato a Biancavilla (CT) il 31.1.1988;

Agatino Lo Cicero, nato a Tettnang (Germania) l’8.6.1982;

Cristian Lo Cicero, nato ad Adrano (CT) l’1.7.1986;

Maurizio Montalto, nato a Catania il 16.4.1979;

Dario Scalisi, Biancavilla (CT) il 3.4.1998;

tutti indiziati, allo stato del procedimento del delitto di estorsione pluriaggravata contestata in concorso.

Successivamente, il 9.1.2022 lo stesso provvedimento di fermo è stato eseguito anche nei confronti di Giuseppe Viaggio, nato ad Adrano il 30.9.1983, e di Giuseppe David Costa, nato a Konstanz l’8.2.1982, i quali in un primo momenti si erano resi irreperibili.

In particolare il Lombardo è stato fermato e controllato a bordo della propria auto a Santa Maria di Licodia immediatamente dopo avere ritirato la somma di 5mila euro che sarebbe stata richiesta a titolo estorsivo e consegnata in acconto della maggiore somma di 100mila euro da parte di un imprenditore sostenuto dall’associazione Antiracket Antiusura “Libera Impresa”.

Dalle indagini, effettuate in precedenza all’arresto in flagranza, era emerso che Lombardo si stesse apprestando a consegnare la somma ai sodali, e in modo particolare a Cristian Lo Cicero. Gli indagati nel mese di dicembre avrebbero più volte reiterato la richiesta estorsiva minacciando ripetutamente la vittima e la sua famiglia. Delle minacce era a conoscenza la Polizia di Stato che, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha proceduto agli opportuni riscontri, in esito ai quali si è proceduto all’esecuzione delle misure precautelari in questione.

A tutti gli indagati, anche sulla scorta di dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, è stata contestata l’aggravante di avere commesso il fatto quali appartenenti al clan mafioso capeggiato da Cristian Lo Cicero operante ad Adrano, quale articolazione territoriale del clan Mazzei di Catania, al fine di agevolare la stessa associazione mafiosa e avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p.

Nel corso della perquisizione veniva rinvenuta e sequestrata all’interno dell’abitazione di Cristian Lo Cicero la somma di circa 91mila euro in contanti, ritenuta provento delle attività delittuose poste in essere.

Ultimati gli atti di rito, sei sono stati trasferiti nelle carceri di massima sicurezza di Catania-Bicocca, Siracusa e Caltanissetta, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Su richiesta di quest’Ufficio, il Gip del Tribunale di Catania, ritenendo sussistenti i presupposti di legge, ieri, 11 gennaio 2022, ha applicato a tutti gli indagati la misura cautelare della custodia in carcere.

P.Q.M.

L’Associazione Antiracket Antiusura Libera Impresa, a un anno esatto dall’operazione, desidera consegnare una targa di riconoscimento, al Dirigente del Commissariato di Adrano Dott. Paolo Leone che con le sue abilità umane e professionali, ha saputo formare una squadra di alta professionalità e capacità investigativa, di sapere ascoltare con grande umiltà la società in cui opera, ha saputo valorizzare la forza e il coraggio dell’imprenditore assicurandogli sostegno e protezione e con questa sintonia di squadra, ha potuto sventare uno dei più odiosi reati contro il patrimonio, l’estorsione e il controllo del territorio da parte di un clan che voleva prendere il sopravvento.

Questo è un esempio di civiltà di cultura della legalità, di un atto di amore verso il nostro territorio dove le regole dello Stato devono essere universali per tutti.

Serve dare un segnale alla società civile dimostrando che denunciare si può e si deve, per vivere in libertà senza sottomissioni da chi, senza scrupoli vuole sostituirsi alle regole della nostra Nazione.

Questo è possibile poterlo fare dopo l’incidente probatorio, dopo il rinvio a giudizio di tutti gli imputati e la costituzione di parte civile del nostro assistito e dell’associazione.

Si ringrazia la DDA di Catania e la squadra mobile della polizia di stato di Catania per la perfetta riuscita dell’operazione.

 

ADRANO 13/01/2023

                                                                          Il Presidente pro tempore di Libera Impresa

                                                                                                 Rosario Cunsolo